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Plein Air

by Paolo Rota

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1.
Dimmelo tu 05:15
DIMMELO TU Quando la vita diventa fatica, la quiete scarseggia e nel cuore hai una scheggia. Quando nemmeno una margherita promette un amore alle tue dita. Sembrava ieri quando dicevi : avrai dei figli sboccieran come gigli. Sembrava fosse una cosa normale restare insieme nel bene o nel male. Dimmelo tu, dimmelo tu. Se la mite freschezza dell’aria di mare, alla sera accarezza il tuo dolce pensare. Se un brivido d’ambra ti sale alla schiena e vivere sembra valerne la pena. Dimmelo tu, dimmelo tu. Quando la pioggia violenta e sinuosa scatena la rabbia e si scaglia a sorpresa. Quando nemmeno una tregua, una resa offron per sbaglio qualcosa di meglio. Guardar diritto in faccia al mondo, aprire le braccia e andar fino in fondo. Poi come un mulo, tenere duro anche se il mondo ci mostra il culo. Dimmelo tu, dimmelo tu. Se lo stacco grazioso d’una ballerina ad’un tratto s’innalza e scendendo si china. Se d’un tocco il pittore sfiora il colore regalando al mondo un aspetto migliore. Dimmelo tu, dimmelo tu. Se la mite freschezza dell’aria di mare alla sera accarezza il tuo dolce pensare. Se un brivido d’ambra ti sale alla schiena e vivere sembra valerne la pena.
2.
SONO CONTENTO CHE SEI VENUTA Sono contento che sei venuta. È tanto tempo che ti aspettavo qua. Potrai anche dire che siamo cambiati come si fa con l’acqua ai fiori per non farli appassire. Potrai insinuare che siamo invecchiati però non ci siam scordati. Ricordi quella volta nel folto fieno calpestato. Eravamo ad una svolta nel nostro lungo celibato. Fu una sera di primavera, la luna era spalancata poi non ti ho più scordata. Sono contento che sei venuta. È tanto tempo che ti aspettavo qua. E mentre ogni foglia cambia il suo colore, noi ancora abbiam voglia di fare all’amore. Berremo insieme ancora un bicchiere e fino a quando ci sarà da bere, noi non ci perderemo. Mi sembra di sentire ancora le canzoni che cantavamo allora. Mi sembra di sentir l’odore, il profumo ed il sapore di quelle notti spensierate ad andar per grotti. E le tue risate, io non le ho più scordate. Sono contento che sei venuta. È tanto tempo che ti aspettavo qua. Accogliente come il fuoco di un camino appena acceso. Fervente è il nostro giuoco, sospiro sospeso. Per chi sa considerarsi attentamente con l’affetto stretto nel ventre, per sempre. Potrai ancora dire che siamo cambiati come si fa con l’acqua ai fiori per non farli appassire. Potrai insinuare che siamo invecchiati però non ci siam scordati. Sono contento che sei venuta. È tanto tempo che ti aspettavo qua.
3.
PAROLE PER TE Forse un giorno avremo dei figli. Vorrei vederti con il grembo fiorito. Sarai la più bella delle donne compiute e ti bacerò la dove germoglia la vita. Poi mostrami con le tue dita il corso delle mie rughe, perché possa fissare una meta e tu, abbellirne la strada. Se ci fosse parola miglior del silenzio, vorrei che sia d’assenzio e magia. Vorrei trovartela in ogni momento quando fuori tutto è bugia. E come una poesia, ti avvolgerò tra le mie braccia affinché tu faccia il sogno più bello che c’è. Hai preso la mia vita e ne hai fatto dei versi. Con una vecchia matita hai scritto parole d’amore. Allora, non devi aver timore perché tra noi due dove finiscono le mie labbra incominciano sempre le tue.
4.
IL CANTAUTORE DELLA DOMENICA Sono un cantautore della domenica. Scrivo una canzone, descrivo un’emozione. Sono un cantautore della domenica. Scrivo se sto male, canto poi sto bene. Sono un cantautore della domenica. Non vado dal dottore ma canto una canzone. Sono un cantautore della domenica. E con un bicchier di vino canto già al mattino. E non saprei come mai farei se mi portassero via l’unica amica mia, questa musica che se ne va via. Sono un cantautore della domenica. Quando tutto tace invece la mia voce canta una canzone alla domenica. “Mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino.” Sono un cantautore della domenica. La penna è la mia spada e la chitarra come scudo. Sono un cantautore della domenica. E per dirvi ciò che amo, ve lo canto piano piano. E non saprei come mai farei se mi portassero via l’unica amica mia, questa musica che se ne va via. Sono un cantautore della domenica. Scrivo una canzone,descrivo un’emozione.
5.
Profumi 06:16
PROFUMI Sentire l’odore di aghi di pino, della sequoia gigante dell’Appennino. Riaffiora alla mente un ricordo lontano che dalle cime s’irrompe sull’altipiano. L’odore dei prati appena tagliati, del muschio inzuppato e di funghi passati, di resina cupa attaccata alle dita, rievoca un piccolo spaccato di vita. Lasciarsi stupire, giocare a trovare quale ricordo s’abbraccia all’odore. Arriva d’un tratto, senza avvisare, ti stacca da terra e ti metti a volare. Lungo i campi dorati di colza fioriti nel verde oliveto. Sulle colline toscane, da Siena a Grosseto, i cipressi a filari. Oltre i muri e le case, gli orti e le strade che scendono al mare. Dentro a valli incassate tra i faggi e i castani nei giorni d’estate. Il sambuco è fiorito a maggio inoltrato. In montagna ho coltivato terrosi profumi. Ti si arrampican dentro essenze infinite, s’intrecciano al cuore come s’intreccia la vite. Atmosfere e ricordi d’infanzia estivi, reminiscenze primaverili. Sui rami del noce seduto a rubare l’olezzo d’ozono del temporale. Miscela perfetta d’asfalto e rugiada che mette in risalto il sapor della strada. Sentore spesso di fumo e camino ricorda lo stesso di quand’ero bambino. Storie di momenti pregiati, di memorie scolpite nell’inconscio dorato. Tracce d’eterne vestigia che l’olfatto elogia, esalta e riposa. Profumi che come canzoni dirompono i fiumi e rigurgitan suoni. Giochi di mille emozioni che liberan fiori e trattengono il segreto. Sulle colline toscane, da Siena a Grosseto, i cipressi a filari.
6.
ERAVAMO SUFFICENTEMENTE OSTINATI Ricordi quando ti chiesi di venire con me, quella sera al concerto di De André. Esitasti un momento a venire perché in quel periodo la, preparavi gli esami di maturità. Ma in un lampo di lucidità, dicesti poi che nella vita, tanto di quel che hai imparato l’hai piuttosto trovato nei testi di De André, Guccini o Battiato. In un lampo di lucidità, dicesti che la tua maturità si spinse ben più lontano, viaggiando in contromano tra i libri di Kerouac, di Pavese e Fernanda Pivano. Passai poi su a prenderti con il mio furgone hippy. Volammo sulla strada, sciogliemmo i tuoi capelli ricci. Non importava che la gente non ne volesse capire niente. Eravamo ostinati e cocciuti sufficientemente. E in un vanto d’infattibilità, dicesti poi che nella vita, mai avresti lasciato i valori che ti hanno accompagnato: solidarietà, giustizia sociale, libertà. In un vanto di curiosità, dicesti che nella vita, sempre avresti seguito il profumo dell’infinito, profonde amicizie, cultura feconda e umanità.
7.
INVITO A CENA Sta sira se vöruv podréssuv vegní, Podréssuv vegní a cá mía, a cá mía. Sta sira se vöruv podréssuv vegní A cá mía a mangiá, a cá mía a mangiá A cá mía a mangiá, a cá mía a mangiá L’è un pò da témp che sa védum pǘ, Saréssa bèll, saréssa mía maa, L’è un pò da témp che sa védum pǘ, Se végnuv a cá mía la cüntum sǘ. Se végnuv a cá mía la cüntum sǘ. G’ò a cá la pulénta, l’ò faia incöö. G’ò a cá la pulénta, l’ò faia in dal pairöö. G’ò vía un formacc, mortadèla, pulénta e lacc. Da vin a n manca mía, da vin a n manca mía. Da vin a n manca mía, da vin a n manca mía. Ò cataa i scianterèi, podréssum mangiái, I fém lá con l’òli, i fém lá con l’ai. Ò cataa al formentín, intant che a l lavi gió A pizzuv al camín, a pizzuv al camín. Intant che a l lavi gió a pizzuv al camín. Sta sira se vöruv podréssuv vegní, Podréssuv vegní a cá mía, a cá mía. Sta sira se vöruv podréssuv vegní A cá mía a mangiá, a cá mía a cantá, A cá mía a cantá, a cá mía a mangiá.
8.
Nancy 04:33
NANCY (Fabrizio De André, Leonard Cohen) Un po' di tempo fa Nancy era senza compagnia 
 all'ultimo spettacolo con la sua bigiotteria 

 Nel palazzo di giustizia suo padre era innocente 
 nel palazzo del mistero non c'era proprio niente 
 non c'era quasi niente 

 Un po' di tempo fa eravamo distratti 
 lei portava calze verdi dormiva con tutti 

 Ma « cosa fai domani » non lo chiese mai a nessuno 
 s'innamorò di tutti noi non proprio di qualcuno 
 non solo di qualcuno 

 E un po' di tempo fa col telefono rotto 
 cercò dal terzo piano la sua serenità 

 Dicevamo che era libera e nessuno era sincero 
 non l'avremmo corteggiata mai nel palazzo del mistero 
 nel palazzo del ministero

 E dove mandi i tuoi pensieri adesso trovi Nancy a fermarli 
 molti hanno usato il suo corpo molti hanno pettinato i suoi capelli 
 e nel vuoto della notte quando hai freddo e sei perduto 
 è ancora Nancy che ti dice - Amore sono contenta che sei venuto 

 sono contenta che sei venuto –
9.
IL VENTO CI PRENDEVA ALLA SCHIENA Ti ho cercata così tanto sai che mi sono perso. Ti ho trovata questa sera, questa sera che riparto. Ti ho cercata così tanto ormai che mi sono chiesto se c’eri ancora o partita eri già. Poi ricordo quelle sere, il vento ci prendeva alla schiena, io barcollavo appena mentre tu ti lasciavi cadere. E poi mettendoci a sedere, vicino per parlare, aspettando il coraggio per un bacio che non riusciva ad arrivare. Sei poi partita via lontano con i tuoi e non ti ho più rivista. All’eccezione di una volta di sfuggita sul Viale della Stazione, ti feci un cenno con le dita. Sei poi partita via lontano con i tuoi ma quand’è che ritorni? I bambini subiscono le scelte dei grandi, sono costretti a distinguere il vero dai sogni. Poi ricordo quei giorni a passare delle ore, a sentirci più grandi, a scoprire l’amore. E fu ballando una canzone, un lento di Baglioni, che per la prima volta avvertii un tripudio di emozioni.

credits

released May 1, 2014

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about

Paolo Rota Geneva, Switzerland

Dopo due album nati da precedenti collaborazioni musicali (Farniente uscito nel 2011 e Plein Air nel 2014), Paolo Rota è attualmente accompagnato dal violoncello di Céline Tissot.
Il duo esplora un universo delicato, poetico ed intenso. I testi, in italiano e in francese, si posano leggeri sopra ad un tessuto di sonorità incisive e coinvolgenti.
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