1. |
Dimmelo tu
05:15
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DIMMELO TU
Quando la vita diventa fatica,
la quiete scarseggia e nel cuore hai una scheggia.
Quando nemmeno una margherita
promette un amore alle tue dita.
Sembrava ieri quando dicevi :
avrai dei figli sboccieran come gigli.
Sembrava fosse una cosa normale
restare insieme nel bene o nel male.
Dimmelo tu, dimmelo tu.
Se la mite freschezza dell’aria di mare,
alla sera accarezza il tuo dolce pensare.
Se un brivido d’ambra ti sale alla schiena
e vivere sembra valerne la pena.
Dimmelo tu, dimmelo tu.
Quando la pioggia violenta e sinuosa
scatena la rabbia e si scaglia a sorpresa.
Quando nemmeno una tregua, una resa
offron per sbaglio qualcosa di meglio.
Guardar diritto in faccia al mondo,
aprire le braccia e andar fino in fondo.
Poi come un mulo, tenere duro
anche se il mondo ci mostra il culo.
Dimmelo tu, dimmelo tu.
Se lo stacco grazioso d’una ballerina
ad’un tratto s’innalza e scendendo si china.
Se d’un tocco il pittore sfiora il colore
regalando al mondo un aspetto migliore.
Dimmelo tu, dimmelo tu.
Se la mite freschezza dell’aria di mare
alla sera accarezza il tuo dolce pensare.
Se un brivido d’ambra ti sale alla schiena
e vivere sembra valerne la pena.
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2. |
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SONO CONTENTO CHE SEI VENUTA
Sono contento che sei venuta.
È tanto tempo che ti aspettavo qua.
Potrai anche dire
che siamo cambiati
come si fa con l’acqua ai fiori
per non farli appassire.
Potrai insinuare
che siamo invecchiati
però non ci siam scordati.
Ricordi quella volta
nel folto fieno calpestato.
Eravamo ad una svolta
nel nostro lungo celibato.
Fu una sera di primavera,
la luna era spalancata
poi non ti ho più scordata.
Sono contento che sei venuta.
È tanto tempo che ti aspettavo qua.
E mentre ogni foglia
cambia il suo colore,
noi ancora abbiam voglia
di fare all’amore.
Berremo insieme ancora un bicchiere
e fino a quando ci sarà da bere,
noi non ci perderemo.
Mi sembra di sentire ancora
le canzoni che cantavamo allora.
Mi sembra di sentir l’odore,
il profumo ed il sapore
di quelle notti spensierate
ad andar per grotti. E le tue risate,
io non le ho più scordate.
Sono contento che sei venuta.
È tanto tempo che ti aspettavo qua.
Accogliente come il fuoco
di un camino appena acceso.
Fervente è il nostro giuoco,
sospiro sospeso.
Per chi sa considerarsi attentamente
con l’affetto stretto nel ventre,
per sempre.
Potrai ancora dire
che siamo cambiati
come si fa con l’acqua ai fiori
per non farli appassire.
Potrai insinuare
che siamo invecchiati
però non ci siam scordati.
Sono contento che sei venuta.
È tanto tempo che ti aspettavo qua.
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3. |
Parole per te
06:46
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PAROLE PER TE
Forse un giorno avremo dei figli.
Vorrei vederti con il grembo fiorito.
Sarai la più bella delle donne compiute
e ti bacerò la dove germoglia la vita.
Poi mostrami con le tue dita
il corso delle mie rughe,
perché possa fissare una meta
e tu, abbellirne la strada.
Se ci fosse parola miglior del silenzio,
vorrei che sia d’assenzio e magia.
Vorrei trovartela in ogni momento
quando fuori tutto è bugia.
E come una poesia,
ti avvolgerò tra le mie braccia
affinché tu faccia
il sogno più bello che c’è.
Hai preso la mia vita
e ne hai fatto dei versi.
Con una vecchia matita
hai scritto parole d’amore.
Allora, non devi aver timore
perché tra noi due
dove finiscono le mie labbra
incominciano sempre le tue.
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4. |
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IL CANTAUTORE DELLA DOMENICA
Sono un cantautore della domenica.
Scrivo una canzone,
descrivo un’emozione.
Sono un cantautore della domenica.
Scrivo se sto male,
canto poi sto bene.
Sono un cantautore della domenica.
Non vado dal dottore
ma canto una canzone.
Sono un cantautore della domenica.
E con un bicchier di vino
canto già al mattino.
E non saprei
come mai farei
se mi portassero via
l’unica amica mia,
questa musica che se ne va via.
Sono un cantautore della domenica.
Quando tutto tace
invece la mia voce
canta una canzone alla domenica.
“Mi piace far canzoni e bere vino,
mi piace far casino.”
Sono un cantautore della domenica.
La penna è la mia spada
e la chitarra come scudo.
Sono un cantautore della domenica.
E per dirvi ciò che amo,
ve lo canto piano piano.
E non saprei
come mai farei
se mi portassero via
l’unica amica mia,
questa musica che se ne va via.
Sono un cantautore della domenica.
Scrivo una canzone,descrivo un’emozione.
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5. |
Profumi
06:16
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PROFUMI
Sentire l’odore di aghi di pino,
della sequoia gigante dell’Appennino.
Riaffiora alla mente un ricordo lontano
che dalle cime s’irrompe sull’altipiano.
L’odore dei prati appena tagliati, del muschio inzuppato
e di funghi passati,
di resina cupa attaccata alle dita,
rievoca un piccolo spaccato di vita.
Lasciarsi stupire, giocare a trovare
quale ricordo s’abbraccia all’odore.
Arriva d’un tratto, senza avvisare,
ti stacca da terra e ti metti a volare.
Lungo i campi dorati di colza fioriti
nel verde oliveto.
Sulle colline toscane, da Siena a Grosseto,
i cipressi a filari.
Oltre i muri e le case, gli orti e le strade
che scendono al mare.
Dentro a valli incassate tra i faggi e i castani
nei giorni d’estate.
Il sambuco è fiorito a maggio inoltrato.
In montagna ho coltivato terrosi profumi.
Ti si arrampican dentro essenze infinite,
s’intrecciano al cuore come s’intreccia la vite.
Atmosfere e ricordi d’infanzia estivi,
reminiscenze primaverili.
Sui rami del noce seduto a rubare
l’olezzo d’ozono del temporale.
Miscela perfetta d’asfalto e rugiada
che mette in risalto il sapor della strada.
Sentore spesso di fumo e camino
ricorda lo stesso di quand’ero bambino.
Storie di momenti pregiati, di memorie scolpite
nell’inconscio dorato.
Tracce d’eterne vestigia che l’olfatto elogia,
esalta e riposa.
Profumi che come canzoni dirompono i fiumi
e rigurgitan suoni.
Giochi di mille emozioni che liberan fiori
e trattengono il segreto.
Sulle colline toscane, da Siena a Grosseto,
i cipressi a filari.
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6. |
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ERAVAMO SUFFICENTEMENTE OSTINATI
Ricordi quando ti chiesi di venire con me,
quella sera al concerto di De André.
Esitasti un momento a venire perché
in quel periodo la, preparavi gli esami di maturità.
Ma in un lampo di lucidità,
dicesti poi che nella vita,
tanto di quel che hai imparato
l’hai piuttosto trovato
nei testi di De André, Guccini o Battiato.
In un lampo di lucidità,
dicesti che la tua maturità
si spinse ben più lontano,
viaggiando in contromano
tra i libri di Kerouac, di Pavese e Fernanda Pivano.
Passai poi su a prenderti con il mio furgone hippy.
Volammo sulla strada, sciogliemmo i tuoi capelli ricci.
Non importava che la gente non ne volesse capire niente.
Eravamo ostinati e cocciuti sufficientemente.
E in un vanto d’infattibilità,
dicesti poi che nella vita,
mai avresti lasciato
i valori che ti hanno accompagnato:
solidarietà, giustizia sociale, libertà.
In un vanto di curiosità,
dicesti che nella vita,
sempre avresti seguito
il profumo dell’infinito,
profonde amicizie, cultura feconda e umanità.
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7. |
Invito a cena
02:34
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INVITO A CENA
Sta sira se vöruv podréssuv vegní,
Podréssuv vegní a cá mía, a cá mía.
Sta sira se vöruv podréssuv vegní
A cá mía a mangiá, a cá mía a mangiá
A cá mía a mangiá, a cá mía a mangiá
L’è un pò da témp che sa védum pǘ,
Saréssa bèll, saréssa mía maa,
L’è un pò da témp che sa védum pǘ,
Se végnuv a cá mía la cüntum sǘ.
Se végnuv a cá mía la cüntum sǘ.
G’ò a cá la pulénta, l’ò faia incöö.
G’ò a cá la pulénta, l’ò faia in dal pairöö.
G’ò vía un formacc, mortadèla, pulénta e lacc.
Da vin a n manca mía, da vin a n manca mía.
Da vin a n manca mía, da vin a n manca mía.
Ò cataa i scianterèi, podréssum mangiái,
I fém lá con l’òli, i fém lá con l’ai.
Ò cataa al formentín, intant che a l lavi gió
A pizzuv al camín, a pizzuv al camín.
Intant che a l lavi gió a pizzuv al camín.
Sta sira se vöruv podréssuv vegní,
Podréssuv vegní a cá mía, a cá mía.
Sta sira se vöruv podréssuv vegní
A cá mía a mangiá, a cá mía a cantá,
A cá mía a cantá, a cá mía a mangiá.
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8. |
Nancy
04:33
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NANCY (Fabrizio De André, Leonard Cohen)
Un po' di tempo fa
Nancy era senza compagnia
all'ultimo spettacolo
con la sua bigiotteria
Nel palazzo di giustizia
suo padre era innocente
nel palazzo del mistero
non c'era proprio niente
non c'era quasi niente
Un po' di tempo fa
eravamo distratti
lei portava calze verdi
dormiva con tutti
Ma « cosa fai domani »
non lo chiese mai a nessuno
s'innamorò di tutti noi
non proprio di qualcuno
non solo di qualcuno
E un po' di tempo fa
col telefono rotto
cercò dal terzo piano
la sua serenità
Dicevamo che era libera
e nessuno era sincero
non l'avremmo corteggiata mai
nel palazzo del mistero
nel palazzo del ministero
E dove mandi i tuoi pensieri adesso
trovi Nancy a fermarli
molti hanno usato il suo corpo
molti hanno pettinato i suoi capelli
e nel vuoto della notte
quando hai freddo e sei perduto
è ancora Nancy che ti dice - Amore
sono contenta che sei venuto
sono contenta che sei venuto –
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9. |
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IL VENTO CI PRENDEVA ALLA SCHIENA
Ti ho cercata così tanto sai che mi sono perso.
Ti ho trovata questa sera, questa sera che riparto.
Ti ho cercata così tanto ormai che mi sono chiesto
se c’eri ancora o partita eri già.
Poi ricordo quelle sere,
il vento ci prendeva alla schiena,
io barcollavo appena
mentre tu ti lasciavi cadere.
E poi mettendoci a sedere,
vicino per parlare,
aspettando il coraggio per un bacio
che non riusciva ad arrivare.
Sei poi partita via lontano con i tuoi
e non ti ho più rivista.
All’eccezione di una volta di sfuggita
sul Viale della Stazione, ti feci un cenno con le dita.
Sei poi partita via lontano con i tuoi
ma quand’è che ritorni?
I bambini subiscono le scelte dei grandi,
sono costretti a distinguere il vero dai sogni.
Poi ricordo quei giorni
a passare delle ore,
a sentirci più grandi,
a scoprire l’amore.
E fu ballando una canzone,
un lento di Baglioni,
che per la prima volta avvertii
un tripudio di emozioni.
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Paolo Rota Geneva, Switzerland
Dopo due album nati da precedenti collaborazioni musicali (Farniente uscito nel 2011 e Plein Air nel 2014), Paolo Rota è
attualmente accompagnato dal violoncello di Céline Tissot.
Il duo esplora un universo delicato, poetico ed intenso. I testi, in italiano e in francese, si posano leggeri sopra ad un tessuto di sonorità incisive e coinvolgenti.
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